L’amianto è un minerale ormai conosciuto da tempo per la sua nocività.
Esso ha infatti un’altissima potenzialità cancerogena anche a bassa concentrazione. È per questo che dal 1992 si è dichiarata ufficialmente la sua pericolosità sia a livello di estrazione che di lavorazione, vietandone quindi la produzione, la manipolazione e la vendita.
Da allora si è avviato un processo di bonifica che non è ancora terminato. Possiamo anzi dire che siamo ancora allo stadio di individuazione di tutti i siti in cui questo minerale è presente, visto l’ampio utilizzo che ne è stato fatto in passato nelle costruzioni e in tutti quegli ambiti in cui era, ed è ancora, necessaria la resistenza dei materiali alle alte temperature.
Quali sono state le principali applicazioni dell’amianto?
Sono tante, infatti, le applicazioni dell’amianto, sia in ambito civile che industriale, proprio perché si tratta di un minerale versatile e indistruttibile, oltre che poco costoso.
Le tubature italiane sono tra quegli elementi messi a processo nella bonifica da amianto. Se ne parla poco anche se è chiaro a tutti, e diversi studi scientifici lo dimostrano, che “l’inalazione e ingestione sono vie primarie di esposizione all’amianto”, così come ha dichiarato l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro.
Qual è la pericolosità dell’amianto nelle tubature?
Considerando la rete idrica in Italia, soprattutto quella costruita nel periodo antecedente al divieto legislativo, possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che il rischio di assorbimento dell’amianto attraverso l’acqua è particolarmente elevato.
E questo lo dimostra il fatto che sono state trovate tracce di amianto nel fegato di persone che avevano assunto acqua proveniente da tubature realizzate in eternit (il nome commerciale con cui viene impropriamente chiamato), ovvero fibrocemento con la presenza di amianto.
Quello che resta da chiarire, per avere una precisa valutazione del rischio, è la quantità di amianto che, una volta assorbita dall’organismo, rappresenta un rischio concreto per la salute.
L’organizzazione ambientale statunitense (EPA) ha stilato in proposito delle linee guida in cui si stabilisce che il limite massimo è di 7 milioni di fibre di amianto per litro, ma questi numeri hanno già ricevuto molteplici obiezioni da oncologi e ricercatori.
E, nonostante la firma di una risoluzione del Parlamento Europeo nel 2013 per la rimozione di tutto l’amianto in Europa entro il 2023, non si è fatto ancora abbastanza per raggiungere l’obiettivo. Tanto che, in Italia, insieme alla Gran Bretagna, abbiamo il triste primato di decessi per neoplasie dovute ad assorbimento da amianto.
Le malattie da amianto
L’amianto se ingerito attraverso l’acqua che scorre nelle tubature civili, così come avviene per l’inalazione, inizialmente porta a un’infiammazione degli alveoli polmonari per poi colpire la pleura con un decorso che spesso evolve nel mesotelioma pleurico, la patologia cancerogena più diffusa.
Ma ci sono evidenze scientifiche che dimostrano che anche altri tipi di tumore sono riconducibili all’ingestione di amianto, ovvero il cancro della laringe, della faringe, delle ovaie, del colon e dello stomaco.
La corretta gestione dello smaltimento
La pericolosità aumenta se le tubature di amianto non sono in buono stato. Non è raccomandabile il fai da te, perché le fibre di amianto, sottilissime, potrebbero, oltre che essere inalate anche in presenza di mascherina protettiva, restare sugli indumenti o sui capelli, con il conseguente pericolo di esporre al contatto anche altre persone.
Occorre, per legge, rivolgersi ad aziende autorizzate al recupero e allo smaltimento dell’amianto.
Ecol Sea srl è specializzata nella gestione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi: con la massima professionalità e con le attrezzature idonee offre un servizio certificato per la corretta gestione dell’amianto, sia per la bonifica della aree in cui questo sia presente, sia per il successivo stoccaggio e destinazione nelle aree identificate come idonee.