Amianto: quando è pericoloso per la salute e l’ambiente

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Elementi come possono essere tetti, grondaie, serbatoi o tubi possono essere realizzati utilizzando l’eternit e si possono ancora trovare in molte case italiane. A tal proposito è importante sottolineare che l’eternit è un materiale molto pericoloso in quanto contiene l’amianto, ovvero un agglomerato di microscopiche fibre naturali di diversi minerali presenti in natura, ma che possono diventare davvero pericolosissime nel caso in cui esse vengano accidentalmente liberate nell’aria e successivamente inalate inavvertitamente.

Il fibrocemento è quindi sostanzialmente un composto ottenuto miscelando del comune cemento a dell’amianto. Questa soluzione era frequentemente utilizzata nell’edilizia intorno al 1970. Nel nostro Paese il materiale in questione è inoltre stato impiegato su larga scala nella realizzazione delle cosiddette onduline presenti ancora oggi su molti tetti, ma anche come isolante, per la realizzazione di canali, condutture dell’acqua e tubature di vario genere. Tuttavia, a partire dall’anno 1992 l’utilizzo del fibrocemento è stato finalmente vietato per legge.

Ma perché l’eternit è ancora cosi diffuso in moltissimi edifici? Ciò è possibile perché la sopracitata legge del ‘92 non interessa alcuna struttura preesistente, per cui questo materiale è molto presente anche al giorno d’oggi.

Amianto: quanto dura il suo naturale ciclo di vita

Stando a quanto pubblicato nei più recenti studi, ogni materiale contenente particelle di amianto ha un ciclo vitale pari a 30/50 anni circa.

Ciò è sufficiente a spiegare come mai esistono ancora costruzioni realizzate impiegando questo elemento e che per essere eliminate necessitano del lavoro di un’azienda specializzata in questo così delicato settore, e regolarmente autorizzata tramite specifici permessi che permettono il trattamento, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto.

Quando l’amianto diventa pericoloso per la salute e per l’ambiente?

L’amianto è considerato un elemento pericoloso dal momento in cui inizia a diventare friabile, ovvero quando inizia a rompersi in piccole parti e a polverizzarsi liberando le sue fibre nell’aria.
Diversamente, se il materiale in questione è ancora in buone od ottime condizioni il rischio di rottura è piuttosto improbabile nel breve periodo. In quest’ultimo caso inoltre non rappresenterà un rischio per la nostra salute o per l’ambiente circostante. Infatti, il problema è esclusivamente legato al deterioramento dell’amianto nel momento in cui esso viene manipolato.

Tuttavia, quando il fibrocemento è danneggiato in qualche modo, o presenta delle vere e proprie spaccature, le sue fibre possono facilmente liberarsi nell’aria rendendo facile la loro inalazione. Queste particelle inoltre possono raggiungere i polmoni e provocare gravi malattie nel corso del tempo. In più, tali polveri possono attaccarsi agli abiti per poi ricadere in un secondo momento, causando così un allargamento della contaminazione anche in luoghi differenti.

Quando si maneggia l’amianto, ad esempio per permettere il suo regolare smaltimento, oppure per tagliarlo, possono essere disperse altissime concentrazioni di fibre contenenti le sue fibre microscopiche e invisibili.

Per questo motivo, proprio lo smaltimento dell’amianto rappresenta un intervento molto serio, anche se il quantitativo è relativamente ridotto. A tal proposito, data la reale pericolosità del materiale in questione, la sua movimentazione, rimozione o eliminazione deve sempre affidata a una ditta altamente qualificata e specializzata, proprio per tutelare nel migliore dei modi la salute di tutti e per non contaminare involontariamente ulteriori ambienti.

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