Amianto sulle navi: un problema irrisolto

bonifica amianto sulle navi

L’industria navale è stata per lungo tempo una delle principali fonti di utilizzo dell’amianto, soprattutto per l’alta resistenza di questo materiale al calore e alla sua versatilità. Tuttavia, negli ultimi decenni, i gravi rischi per la salute connessi all’esposizione all’amianto hanno fatto sì che la legislatura italiana e internazionale bandissero l’utilizzo dell’asbesto sia nel settore navale che in altri ambiti. Nonostante ciò, data la lunga latenza che intercorre tra l’esposizione all’amianto e lo sviluppo delle patologie asbesto-correlate, il numero di ammalati è ancora molto alto e l’emergenza amianto sembra lontana dall’essere completamente risolta. 

L’uso dell’amianto sulle navi

Fino agli anni ‘80, l’amianto era l’elemento d’elezione nei cantieri navali per la realizzazione di componenti esposti a surriscaldamento e trazioni, proprio per la sua versatilità e resistenza al calore. Se ne rintracciavano particelle in tubature, caldaie, pannelli di isolamento dei motori, ma anche fibre di amianto nell’abbigliamento di lavoro, nelle scarpe e nei guanti. Bisognerà aspettare ancora qualche anno affinché venga alla luce la pericolosità delle fibre di amianto liberate nell’aria e il suo ruolo nella comparsa di patologie come il mesotelioma, l’asbestosi, il cancro ai polmoni e il cancro alle ovaie nelle donne. 

Il divieto dell’amianto in Italia

Con la legge 257/1992, la legge italiana pone il divieto assoluto dell’uso dell’amianto in ogni settore di produzione, incluso quello navale. Eppure, nonostante il Ministero della Difesa abbia negato la presenza di asbesto sulle navi militari, i numeri raccontano un’altra storia. Il VII rapporto ReNaM ha registrato dal 1993 più di 2000 casi di mesotelioma tra i lavoratori del settore trasporto marittimo, dei cantieri navali e della Difesa militare. Solo questi ultimi costituiscono quasi la metà del totale: 982 militari morti per il dovere in servizio sulle navi della Marina. 

L’amianto è davvero sparito dalle navi?

Anche se i cantieri navali della maggior parte dei paesi europei, inclusa l’Italia, hanno dismesso l’uso dell’amianto, non si può dire lo stesso di altri centri di produzione situati fuori dall’Unione Europea, in cui l’asbesto continua a essere utilizzato. La Convenzione internazionale Solas, che regola la sicurezza della vita in mare, ha vietato l’uso dell’amianto sulle navi mercantili da appena 10 anni; molte navi utilizzate dalla Marina Militare sono state prodotte antecedentemente a quella data, e l’amianto, su queste, è ancora presente. Ne è dimostrazione la dichiarazione della stessa Marina Militare che ha ammesso la necessità di continuare con la bonifica dell’amianto nel decennio 2020-2030, per una spesa prevista di 54 milioni di euro.  

Rimozione dell’amianto sulle navi

La bonifica dell’amianto presente sulle navi segue delle regole che permettono solo ad aziende specializzate di svolgere i lavori adeguati nella piena sicurezza per i lavoratori stessi e l’ambiente. La nostra azienda segue un protocollo scrupoloso per la rimozione dell’amianto, stabilito da diversi adempimenti legislativi aderenti a due tipologie di lavorazione. Per richiedere un sopralluogo su un sito potenzialmente contaminato, contattaci.

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