I toner e le cartucce esauste delle stampanti non sono rifiuti come gli altri. Per smaltirli correttamente occorre seguire una procedura specifica, al fine di non danneggiare l’ambiente e di non incorrere nelle sanzioni previste dalla legge. Ecco tutte le informazioni indispensabili per fare la scelta giusta.
I toner: rifiuti speciali
La legge prevede che ogni soggetto provvisto di partita IVA, sia esso un professionista o un’azienda, abbia l’obbligo di smaltire i toner esausti secondo il procedimento indicato dalla legge.
Ma perché questi rifiuti hanno bisogno di un trattamento particolare?
Le cartucce delle stampanti e i toner contengono una polvere molto sottile che, se inalata per periodi prolungati, può aumentare il rischio di contrarre malattie croniche delle vie respiratorie.
A causa di tale polvere, le cartucce e i toner esausti sono classificati come rifiuti speciali, che possono essere pericolosi o non pericolosi. Questa indicazione è contenuta nel Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER), che utilizza un codice a sei cifre per identificare ogni rifiuto. Per toner e cartucce i codici usati sono:
– 080317 se si tratta di rifiuti pericolosi;
– 080318 per rifiuti non pericolosi.
Il codice CER si trova sulla scheda di sicurezza che il produttore fornisce assieme al prodotto.
In entrambi i casi, che si tratti di un rifiuto pericoloso o non pericoloso, lo smaltimento deve avvenire nei modi indicati dalla legge.
Gli obblighi di legge
La normativa di riferimento è il Decreto Legislativo 152/2006. Vediamo quali indicazioni fornisce.
I rifiuti in questione comprendono tutte le cartucce derivate da processi di stampa: a getto d’inchiostro, a laser o ad aghi, compresi i rotoli di ink film e i nastri a impatto.
Ma su chi ricade l’obbligo dello smaltimento? La legge dichiara che il responsabile del rifiuto è “chi lo genera con la sua attività produttiva”: l’onere ricade dunque sull’azienda che produce il rifiuto tramite il processo di stampa. Attenzione: questo è valido anche nel caso in cui si faccia utilizzo di stampanti a noleggio.
Non c’è inoltre alcuna indicazione sulla quantità di rifiuti prodotti annualmente: che la tua azienda sia grande o piccola, lo smaltimento va operato nelle modalità previste, anche se si tratta di poche cartucce l’anno.
La legge afferma anche che il trasporto e il conferimento dei rifiuti nei centri di raccolta devono essere effettuatiesclusivamente da aziende autorizzate, iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali con licenza del Ministero dell’Ambiente.
Non è quindi possibile portare autonomamente gli scarti ai centri di raccolta: è necessario affidarsi a una ditta specializzata.
Nel caso in cui gli obblighi di legge non vengano rispettati, si incorre in sanzioni amministrative anche molto pesanti: si va da 2.600 € a 15.500 € per i rifiuti non pericolosi, fino a 93.000 € per rifiuti pericolosi. In più, le sanzioni accessorie comprendono la sospensione da un mese a un anno per il responsabile dell’infrazione o per l’amministratore.
Il procedimento
Come dobbiamo procedere, nella pratica?
I toner esausti vanno chiusi nell’involucro originale o in buste di plastica e poi riposti in appositi contenitori, solitamente forniti dalla ditta incaricata dello smaltimento. Ad essa va richiesto il ritiro dei recipienti, avendo cura che ciò avvenga entro 12 mesi dal giorno in cui è stato prodotto il rifiuto.
Una volta conferiti i rifiuti, la responsabilità dell’azienda produttrice dello scarto non è terminata: è fondamentale anche verificare la ricezione della documentazione appropriata. La ditta incaricata del recupero deve compilare e consegnare il Formulario di Identificazione del Rifiuto (FIR), un attestato che garantisce lo smaltimento a norma di legge e che bisogna avere cura di conservare per almeno 5 anni.
Dunque, niente paura: il procedimento può sembrare complesso, ma per evitare sanzioni e danni all’ambiente e alla salute bastano un po’ di attenzione e, soprattutto, la ditta giusta a cui affidarsi.