Rifiuti cimiteriali: ecco come gestirli
Non è affatto un segreto che attualmente viviamo nell’epoca in cui le parole “ecologia”, “ecosostenibilità” e “green” sono molto di più che dei semplici termini. Si tratta di una precisa filosofia, che mira al massimo rispetto dell’ambiente. Eppure, ancora oggi sono tanti i problemi con cui si scontrano le persone che vorrebbero vivere in maniera ecologica. Il motivo? La normativa sulla gestione dei rifiuti cimiteriali è stata suddivisa in ben due provvedimenti differenti (DPR num. 254 del 13.07.2003 e Decreto Legislativo num. 152 del 03.04.2006). I due provvedimenti si autocompletano cercando di offrire al lettore una normativa legislativa quanto più completa possibile sulla gestione dei rifiuti cimiteriali.
Rifiuti cimiteriali: quali sono?
Tali testi elencano i rifiuti cimiteriali come: gli assi o i resti delle casse usate per la sepoltura, i resti dei simboli religiosi, degli ornamenti oppure dei mezzi usati per il movimento della cassa (come le maniglie), i resti degli indumenti o simili, gli avanti di elementi che sono stati inseriti nella cassa e, infine, tutte le parti metallica della cassa. A questi rifiuti si aggiungono anche gli altri, definiti come “rifiuti derivanti da altre attività cimiteriali” e si parla di materiali della lapide oppure di materiali delle terre di scavo. Infine, spiccano anche i vari oggetti metallici oppure non metallici asportati poco prima della cremazione o della tumulazione.
Una categoria diversa, invece, viene riservata per i rifiuti prodotti da attività come l’esumazione oppure l’estumulazione. In tal caso bisogna considerare un altro riferimento normativo, ovvero l’articolo 183 del Decreto Legislativo num. 152 del 2006. Il produttore, in tal caso, viene definito come il soggetto che produce i rifiuti. Dunque, se un soggetto esegue l’attività di esumazione e produce una certa quantità di rifiuti, esso diventa responsabile degli stessi. Qual è il soggetto che produce i rifiuti eseguendo l’attività di esumazione? Il Comune che è titolare del cimitero nel quale viene svolta tale attività.
Stando a quanto dice la Legge, non bisogna confondersi considerando tali rifiuti come pre-esistenti e quindi prodotti da un’attività eseguita prima, anche se esistono alcune precisazioni e delle esclusioni a tale regola.
In conclusione si può dire che i rifiuti cimiteriali sono suddivisi in due categorie: i rifiuti che derivano dalle attività di estumulazione e di esumazione e i rifiuti prodotti da altre attività. Nonostante possa sembrare che entrambe le tipologie di rifiuti cimiteriali siano uguali, non è propriamente così e vige una diversa classificazione di tali rifiuti. Così, gli scarti derivanti dalle attività di esumazione vengono inseriti nel contesto dei rifiuti urbani, mentre i rifiuti prodotti da altre attività vengono definiti “rifiuti speciali”. Da questo derivano anche delle particolarità relative alla gestione di tali rifiuti, tant’è che è il Comune a occuparsi dei rifiuti in questione.
Ovviamente, vengono riportate anche diverse nozioni relative alla sicurezza di gestione di tali rifiuti. Il testo legislativo specifica che la gestione dovrebbe essere svolta da specialisti in possesso di conoscenze e competenze necessarie per svolgere un simile lavoro. Per dirla brevemente, il Comune dovrebbe contattare delle specifiche ditte e affidare a loro il lavoro di gestione dei rifiuti cimiteriali.