L’amianto è un materiale comunemente utilizzato in edifici e strutture di tutto il mondo. Diversi sono i pericoli ad esso associati, dall’inalazione delle fibre alle lesioni fisiche associate alla manipolazione diretta dell’amianto stesso. Ma quanto tempo c’è per smaltire l’amianto? L’eliminazione sicura richiederebbe un processo complessivo che include la separazione, lo smantellamento e lo smaltimento e le operazioni successive come ad esempio la rimozione o il riciclo degli elementi contenenti amianto.
La normativa europea in materia di amianto
La normativa europea in materia di amianto è fortemente orientata alla tutela della salute e della sicurezza pubblica. Secondo la Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, i materiali che contengono amianto devono essere classificati come materiali potenzialmente pericolosi e quindi trattati con le dovute precauzioni.
Anche per lo smaltimento delle parti contenenti amianto, la normativa europea prevede alcune azioni. Lo smaltimento deve essere svolto secondo i principi esposti nella Direttiva sui rifiuti (2008/98/CE) e nella Direttiva sul recupero e lo smaltimento (94/67/CE). Le parti inamovibili contenenti amianto possono ancora essere lasciate al loro posto, purché siano recintate adeguatamente.
La legislazione italiana in tema di amianto: i tempi
La legislazione italiana in tema di amianto è stata introdotta a partire dal 1992, con il riconoscimento del materiale come sostanza nociva per la salute dei lavoratori che ne venivano a contatto. Nel 1998 è stata emanata una normativa più dettagliata, quella che poi sarebbe stata ampliata con l’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08.
Tale decreto prevede che le strutture contenenti amianto vadano smaltite solo da operatori specializzati, a seconda del tipo di intervento: rimozione, bonifica, messa in sicurezza e/o copertura. I proprietari di immobili edili devono regolarmente effettuare una diagnosi dello stato dell’amianto presente e informare le autorità preposte qualora vi siano rischi significativi. La legge impone lo smaltimento dell’amianto entro 180 giorni dalla rimozione.
Le procedure per la bonifica dell’amianto
Le procedure per la bonifica dell’amianto devono essere attentamente pianificate ed eseguite da professionisti qualificati. Prima di iniziare qualsiasi progetto di bonifica, è fondamentale valutare attentamente la situazione specifica.
Oltre a prendere in considerazione l’area da bonificare, è importante considerare anche l’esposizione al rischio, la natura del materiale contenente amianto e i potenziali effetti per la salute. I lavoratori devono poi essere adeguatamente formati e protetti a livello fisico prima di entrare in contatto con l’amianto, utilizzare attrezzature protettive e seguire un piano di gestione dei rifiuti.
I costi della bonifica dell’amianto
I costi legati alla bonifica dell’amianto dipendono da diversi fattori, tra cui la dimensione dell’area interessata, le condizioni di sicurezza presenti, le misure di prevenzione e i tempi di smaltimento. La bonifica può richiedere l’intervento di più professionisti autorizzati, come ingegneri, avvocati, etc.
La prima fase della bonifica consiste nello smantellamento dei materiali contenenti amianto che spesso richiede l’assunzione di un’impresa specializzata. Successivamente verranno effettuati una serie di controlli e verifiche per assicurarsi che la rimozione sia stata correttamente effettuata.