L’amianto è un particolare minerale molto impiegato in Italia per la costruzione di strutture, fino agli inizi degli anni Novanta, ovvero quando è stato scoperto l’effetto nocivo per la salute dell’uomo.
Sono ancora molti i lavoratori soggetti al rischio per la presenza di amianto in impianti, soprattutto coloro che si occupano dello smaltimento di tale materiale o che eseguono attività di bonifica dello stesso.
Proprio per questo motivo, il datore di lavoro è tenuto ad effettuare una certa valutazione del rischio relativo all’amianto.
Infatti, questo materiale tende a deteriorarsi nel tempo, causando la dispersione di particolari fibre nell’aria che, una volta inalate, possono causare problematiche all’apparato polmonare e respiratorio.
Valutazione del rischio amianto
L’obbligo del datore di lavoro viene evidenziato dall’articolo 249 del decreto legislativo n.81 del 2008, in cui si impone di effettuare una valutazione dei rischi causati dalle polveri provenienti dall’amianto, per le attività che possono comportare l’esposizione a questo materiale. L’articolo 254 stabilisce un valore limite per l’amianto, che si attesta su 0,1 fibre per ogni centimetro cubo di aria, calcolato su una media ponderata di otto ore.
Il datore di lavoro, per adeguarsi alle disposizioni dei suddetti articoli, deve necessariamente adottare delle misure di protezione e prevenzione, al fine di ridurre l’esposizione sotto i valori limite e di limitare il rischio al minimo. Il datore deve:
- impiegare sempre DPI delle vie respiratorie adeguati;
- intervallare l’utilizzo dei DPI con periodi di riposo adeguati;
- effettuare regolare manutenzione e pulizia delle attrezzature e dei locali per il trattamento dell’amianto;
- raccogliere e rimuovere i rifiuti presenti nel luogo di lavoro, raccogliendoli in imballaggi con etichettatura che evidenzi la presenza di amianto (i quali andranno, poi, smaltiti in conformità delle norme relative ai rifiuti pericolosi);
- limitare il più possibile il numero dei lavoratori esposti al rischio;
- ideare processi produttivi utili a ridurre o evitare la produzione o emissione di polvere di amianto nell’aria;
- stoccare i materiali contenenti amianto in appositi imballaggi.
Infine, il datore di lavoro, è tenuto a porre in essere delle misure igieniche adeguate, quindi delimitando le zone in cui si eseguono i processi produttivi, così che i lavoratori possano mangiare e bere in aree non soggette al rischio di contaminazione. Oltre a ciò, a seguito della consultazione con i lavoratori, o con i rappresentanti degli stessi, il datore deve svolgere, regolarmente, il controllo dell’esposizione, per assicurare il rispetto dei valori adeguati nel tempo.
Ulteriori obblighi a carico del datore
In tema di amianto, il Testo Unico sulla sicurezza del lavoro evidenzia ulteriori obblighi per il datore. Infatti, quest’ultimo, è tenuto, prima dell’inizio delle attività, di fornire ai lavoratori tutte le informazioni in merito alle norme igieniche da osservare, alle misure di precauzione, ai rischi potenziali per la salute relativi all’esposizione, ai valori limite e alle modalità corrette per usare e pulire DPI e indumenti protettivi.
Generalmente, per portare a conoscenza di ciò i dipendenti, si attua un’adeguata formazione in materia di sicurezza e di prevenzione.