Il tetto è una delle componenti più importanti di un edificio: protegge dagli agenti atmosferici, contribuisce all’isolamento termico e influisce significativamente sull’estetica complessiva della casa. Con il passare del tempo, tuttavia, anche il tetto più robusto necessita di manutenzione o, nei casi più gravi, di un completo rifacimento.
Il caso particolare: rifacimento del tetto con amianto
In Italia, l’utilizzo dell’amianto è stato definitivamente vietato dalla Legge 257/1992, ma molti edifici costruiti prima di questa data presentano ancora coperture in eternit (cemento-amianto).
Riconoscere le coperture in eternit
Le coperture in eternit si presentano generalmente come lastre ondulate di colore grigio. Con il tempo, a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici, possono diventare friabili, favorendo il rilascio di pericolose fibre di amianto nell’aria.
Obblighi di legge
La normativa italiana prevede che i proprietari di immobili con coperture in amianto debbano:
- Effettuare una valutazione dello stato di conservazione dei materiali contenenti amianto
- Comunicare la presenza di amianto alle autorità sanitarie locali
- Predisporre un programma di controllo e manutenzione
- In caso di deterioramento, procedere alla bonifica o alla rimozione
Procedura per la rimozione dell’amianto
Il rifacimento di un tetto contenente amianto richiede procedure particolari:
- Valutazione preliminare: un tecnico specializzato deve valutare lo stato di conservazione delle lastre di eternit.
- Piano di lavoro: prima di iniziare i lavori, l’impresa incaricata della rimozione deve presentare all’ASL competente un dettagliato piano di lavoro (30 giorni prima dell’inizio dei lavori).
- Intervento di ditta specializzata: solo imprese iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nella categoria 10 (bonifica di beni contenenti amianto) possono effettuare la rimozione.
- Procedure di sicurezza: durante la rimozione, i lavoratori devono utilizzare dispositivi di protezione individuale specifici e seguire rigorose procedure per evitare la dispersione di fibre.
- Incapsulamento temporaneo: prima della rimozione, le lastre vengono generalmente trattate con prodotti incapsulanti per prevenire il rilascio di fibre.
- Confezionamento e smaltimento: i materiali rimossi devono essere confezionati in appositi imballaggi sigillati ed etichettati, poi smaltiti in discariche autorizzate come rifiuti pericolosi.
- Certificazione di restituibilità: al termine dei lavori, è necessario verificare l’assenza di fibre aerodisperse tramite specifiche analisi.
Costi e incentivi
La rimozione dell’amianto comporta costi significativamente maggiori rispetto a un normale rifacimento del tetto:
- Il costo per la rimozione e lo smaltimento dell’eternit.
- A questo va aggiunto il costo della nuova copertura.
Esistono però specifici incentivi per chi decide di rimuovere l’amianto:
- Detrazione fiscale del 50% nell’ambito del bonus ristrutturazione
- Incentivi regionali e locali, che variano da regione a regione
- Credito d’imposta per le imprese che effettuano interventi di bonifica dall’amianto
Alternative alla rimozione
In alcuni casi, quando l’amianto è in buono stato di conservazione, è possibile optare per soluzioni alternative alla rimozione:
- Incapsulamento: applicazione di speciali prodotti che creano una pellicola protettiva che impedisce il rilascio di fibre.
- Confinamento: creazione di una barriera a tenuta che separa l’amianto dall’ambiente circostante.
Queste soluzioni sono generalmente più economiche della rimozione completa, ma rappresentano misure temporanee che richiedono controlli periodici e non risolvono definitivamente il problema.